Salutarsi è sempre difficile, anche se non è un addio ma un arrivederci, ritornerò tra qualche anno, più nuovo – spero – più luminoso, colorato, spero di poter recuperare il fasto di un tempo, quando grandi personalità attraversavano le mie sale, commentavano la bravura di chi mi ha abbellito e si divertivano, perché da me non si poteva fare altro che divertirsi.
È una storia travagliata la mia, molto lunga, fatta di tante gioie e altrettante sofferenze, una storia che in parte è comune a molti altri che come me, qui a Ferrara, hanno risentito dell’incuria delle persone, della poca lungimiranza dei sovrani, del poco rispetto dei cittadini, ma sapete, anche noi abbiamo un’anima e forse è anche più fragile delle vostre.
La nostra è un’anima antica, timida e quieta, qualcosa che non si può più replicare ne trovare in questi tempi, e proprio per questo merita un’attenzione tutta speciale.
Sapete, sono nato nel 1385, a quell’epoca a Ferrara regnava Alberto V d’Este ed ero stato concepito proprio come luogo di svago, una delizia, che parola magnifica!
Ma è stato con un altro grande personaggio che sono diventato quello che tutti vedono quando mi vengono a trovare, con Borso d’Este.
Era il 1465, non avevo chiaro fin da subito cosa volessero farmi, tanta gente, tanti artisti, poi capii che volevano creare un altro piano, un piano nobile, e avevano in programma di costruire un grandissimo salone di rappresentanza, lungo 25 metri e largo circa 11, ero letteralmente emozionato!
In questo grande salone, venne creato qualcosa che ero certo, avrebbe fatto la storia: tanti artisti vennero chiamati a lavorare, guidati dalla consulenza di un astrologo Pellegrino Prisciani e di un ideatore artistico Cosmè Tura. Che ci fa un astrologo direte voi?
Beh, le mie pareti divennero un enorme calendario in cui l’astrologia si fondeva con la mitologia antica e con scene di vita di corte, qualcosa di davvero stupefacente, non avevo mai visto nulla del genere prima. Uno degli artisti che più ho apprezzato, fu Francesco del Cossa, trasformò le mie spoglie pareti in tele ricche e preziose, ero davvero una delizia, pensavo che questo splendore non potesse finire mai… e invece…
E invece gli Estensi se ne andarono, mi abbandonarono, restai solo, sballottato tra un proprietario e l’altro che tutto avevano per la testa, tranne che prendersi cura di me.
Demolirono la mia loggia, eliminarono lo scalone esterno, venni ceduto ad una manifattura di tabacco, e le bellissime pareti del mio salone d’onore vennero ricoperte di intonaco bianco e il mio splendore sparì, cancellato, non ero più una delizia ma una fabbrica.
Dovetti aspettare altri secoli, finché non ritrovarono la mia vecchia e logora anima, danneggiata dal tempo e dalla noncuranza delle persone. Piano piano venni restaurato, venni riscoperto e ripresi a respirare, era il 1898 quando mi trasformarono in un museo, non più per ospitare grandi e carismatici nobili di corte ma per ospitare tutti, tutti coloro che mi volessero incontrare, ero ritornato, me lo sentivo.
Ma sapete come vanno le cose, appena pare andare tutto bene, qualcosa capita sempre, e quella notte, la terra cedette da sotto le mie fondamenta. È stato qualcosa di violento ed improvviso, un boato, un rumore forte ed assordante: quella notte la terrà tremò.
Non mi pareva vero, ma ne accusai tutto il colpo, e la mia povera anima antica risentì di qualche ferita. Temevo peggio vi dirò, sono stato molto più fortunato di tanti altri, ma quelle ferite fanno ancora male.
Per questo vi dico arrivederci, un arrivederci talmente lungo che suona come un addio, ci vorrà un po’, ma devo ritornare nuovo e questa volta spero di ritornare in piena forma, come lo ero tanto tempo fa. Quindi cari amici miei, vi saluto e spero davvero di ritrovarvi tra qualche anno, pronti a salutarmi di nuovo, come un vecchio amico.
Palazzo Schifanoia
Spero che questo piccolo omaggio a Palazzo Schifanoia vi sia piaciuto vi ricordo che se volete visitarlo anche se virtualmente, qui trovate non solo tutta la sua storia ma anche il link ad una visita virtuale del suo piano nobile, una magra consolazione lo so, ma per chi non lo ha mai visto, credetemi, resterete meravigliati lo stesso.