Il secondo giorno di mostra ero lì, biglietto alla mano insieme a Mauro, pronta per vedere Banksy a Ferrara ed ero anche un pizzico emozionata!
Banksy non autorizza le sue mostre e capisco e condivido il suo punto di vista. Solo, adoro il suo stile, adoro la sua irriverenza e non volevo assolutamente perdere questa occasione di vederlo da vicino nella mia città, anche se con opere di collezionisti, e non ci ho pensato due volte, ho prenotato!
Ho visto la mostra e pubblicato qualche storia su IG… Ho ricevuto subito qualche messaggio “allora com’era? Merita?”. Non sapevo cosa rispondere.
La verità, a giorni di distanza, lasciando scorrere i pensieri, è che la mostra di Banksy a Ferrara è una mostra fatta per chi non conosce la street art. Mi sono trovata davanti ad una mostra tradizionale, come qualsiasi altra di Palazzo dei Diamanti, con l’unica differenza che non c’erano artisti dell’800 ma un artista contemporaneo.
Questo mi ha fatto storcere il naso, ma andiamo con ordine!
Banksy a Ferrara: come si struttura la mostra
La mostra dedicata a Banksy in quel del Palazzo dei Diamanti è stata acclamata da un po’! Appena ho saputo la notizia, ho pensato subito a come avrebbero allestito il tutto.
Il susseguirsi di sale trattano le varie tematiche dello street artist. Iniziamo con un suo autoritratto e andiamo avanti con i suoi animali preferiti, i topi!
Ogni sala si concentra su uno dei temi social affrontati da Banksy: l’accettazione, la libertà di pensiero, il consumismo, il capitalismo.
Le mostre di Banksy sono attualità all’ennesima potenza ed è questo che amo delle sue opere.
Il percorso vuole coprire con una panoramica il più completa possibile tutto il lavoro di Banksy, lasciando nell’ultima sala una delle sue ultime opere “migrant child with flare” il murales presente a Venezia e rappresentato in mostra da una grande fotografia.
Banksy a Ferrara: la prima mostra dopo la quarantena e in pieno Covid
Gestire una mostra dopo tutto il trambusto del Covid non è affatto semplice. Il numero di persone è contingentato, gli ingressi sono davvero ridotti e lo stesso percorso non è semplice.
Ciò che ha fatto Palazzo dei Diamanti, in modo davvero ottimo, è stato raccomandare fortemente la prenotazione e davvero, la raccomando anche io, prenotate questa mostra!
Il percorso all’ingresso è gestito in modo tale da tenere perfettamente le distanze mentre all’interno diversi dispenser con gel antibatterico sono presenti apposta per igienizzarsi il più possibile le mani.
Serve tenere la mascherina ma vi dirò che non mi è pesata per nulla, il clima dentro è piacevole e si respira bene (per quanto si possa respirare bene con una mascherina).
Ora vi dico la mia personale riflessione e critica
Io avrei fatto un allestimento completamente diverso.
La street art conserva la sua potenza comunicativa non solo per il messaggio in se ma anche grazie al contesto in cui è collocata, grazie alle sue dimensioni, grazie a ciò che la circonda.
È difficile rendere tutto questo in una mostra dentro ad un palazzo, ma io avrei cercato di dare più contesto, più voce alle opere.
Inserire delle stampe su una parete grigia per me non ha dato valore al messaggio dell’opera. Banksy non è come un Boldini per intenderci, non si resta a contemplare l’abilità tecnica nel rendere gli sguardi delle persone, Banksy non si ammira, Banksy si discute.
Per questo ritengo che questa mostra sia realizzata più per chi non conosce la street art. Secondo me questa soluzione di allestimento è stata fatta per dare una sorta di normalità ai classici fruitori delle mostre, realizzare una mostra tradizionale per un personaggio che di tradizionale non ha proprio nulla.
Ecco quello che stona.
Io avrei creato più contesto, avrei inserito più elementi pop, più colore, più street, avrei cerato di dare un contesto alle parole di Banksy, perché lui no si alza alla mattina e decide di fare qualcosa a caso, lui esprime, anche con provocazione, la società, la quotidianità, la cronaca, lui è attuale e dinamico, due aggettivi che sono mancati alla mostra.
Ultimo consiglio per la visita
Detto questo, se vi piace la street art o siete curiosi, io consiglio comunque di andarla a vedere.
Suggerisco di visitarla fra settimana se potete e di prenotare l’ingresso online.
Il weekend tra la coda per entrare e la coda per passare da una sala all’altra, potrebbe risultare difficile vivere appieno l’esposizione.
Portate con voi la mascherina, tenete pulite le mani e rispettate le file.
La mostra Un artista chiamato Banksy a Ferrara: 30 maggio – 27 settembre 2020
È aperta tutti i giorni: 11.00 – 21.00 anche il 15 agosto.
#StayCappellacci
3 pensieri su “Banksy a Ferrara: la mostra di Palazzo dei Diamanti mi ha lasciato dei dubbi”
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Mi sembra piuttosto supponente questa critica. Ti seguo e non mi sembra che tu abbia conoscenze appropriate per discutere un allestimento . Non so se vedrai questo commento. È la prima volta che lo scrivo, ma mi dice che è doppio.
Ciao Marina, il commento risulta scritto due volte per quello ti dice che è doppio ma nessun problema, ho risolto io.
La mia non vuole essere una critica ma solo una riflessione personale che va a gusto personale e come tale è diversa da persona a persona, ognuno ha le sue opinioni.
Detto questo, ho lavorato a Palazzo dei Diamanti, anche in allestimento, sono stata formata dallo staff al riguardo e ho studiato arte moderna e contemporanea all’univesità oltre che museologia e museografia, essendo mie materie di laurea, quindi anche se ad oggi non lavoro più in quel campo, nel mio piccolo ha una formazione tale da osservare anche gli allestimenti quando vado ad una mostra o un museo.