E se ti dicessi che c’è un collegamento tra Ferrara e il Giappone? Eh si, chi l’avrebbe mai detto!
Ma come è nata tutta questa cosa?
Beh, qui parlo tanto di Ferrara, la mia città, il blog Cappellacci a Merenda è nato proprio con un primo nucleo dedicato a cosa fare a Ferrara e si è poi esteso a tutti i miei viaggi. Di recente sono stata in Giappone e mi si è accesa questa lampadina in testa: ci sarà un collegamento tra Ferrara e il Giappone?
Ebbene si, l’ho trovato!
La missione che ha portato i Giapponesi in Italia
Ferrara, nel XVI secolo, era uno dei centri culturali e artistici più raffinati d’Europa, grazie alla dinastia degli Estensi, che governava la città con una visione aperta e cosmopolita. In questo contesto, avvenne uno degli incontri più affascinanti della storia: quello tra Ferrara e il Giappone, durante la missione di Itō Mancio e degli altri giovani ambasciatori giapponesi della leggendaria Missione Tenshō.
La Missione Tenshō: un ponte tra Oriente e Occidente
La Missione Tenshō fu organizzata dai missionari gesuiti per creare un ponte tra il Giappone e le potenze europee cattoliche. Partiti nel 1582, i quattro giovani samurai giapponesi—tra cui Itō Mancio, che guidava la delegazione—avevano il compito di portare i saluti dei daimyō cristiani giapponesi al papa e alle principali corti europee. L’obiettivo era non solo religioso, ma anche culturale e diplomatico, cercando di stabilire alleanze con il mondo occidentale.
L’incontro con Ferrara e gli Estensi
L’indiani gionsero qui sabato. Così inizia la lettera indirizzata al Cardinale Luigi d’Este.
Era il 22 giugno del 1585 e la Corte Estense stava aspettando un gruppo di giapponesi partiti dall’isola del Kyûshû per una missione organizzata per generare i primi contatti formali tra il Giappone e il Papato, a seguito degli sviluppi dell’attività missionaria gesuitica in Giappone.
La città, sotto il governo di Alfonso II d’Este, era un centro di mecenatismo artistico e letterario, e questo incontro rappresentò un’occasione unica per uno scambio culturale tra due mondi apparentemente lontanissimi.
Gli ambasciatori giapponesi furono accolti con fasto e cerimonie degne della loro missione. Si narra che rimasero colpiti dalla raffinatezza della corte estense e dalla ricchezza culturale di Ferrara. D’altro canto, la presenza di questi giovani samurai giapponesi suscitò grande curiosità tra gli abitanti della città, affascinati dai loro abiti tradizionali e dal loro comportamento distinto.
Fu un vero evento in città. Le cronache locali hanno ingigantito la cosa parlando dell’arrivo di re provenienti dall’altra parte del mondo, erano tutti curiosi di vedere questi “indiani” e vennero organizzati banchetti, messe in Duomo, visite a cavallo e il Concerto delle Dame si esibì per loro.
Una lettera dell’epoca riporta anche i doni che fecero al duca Alfonso II d’Este, un kimono e una katana, definiti nella lettera come una “veste all’indiana e scimitarra”.
Restarono poco in città, il 26 giugno partirono per Venezia, continuando le tappe della loro missione.
Un incontro simbolico: cultura e apertura
L’incontro tra Itō Mancio e gli Estensi non fu solo una parentesi diplomatica, ma un momento di scambio profondo tra due civiltà. La corte estense rappresentava un modello di apertura intellettuale, mentre la delegazione giapponese incarnava l’ambizione di un popolo di esplorare nuove strade e di dialogare con l’Occidente. Questo momento simboleggia come la cultura possa diventare un ponte tra mondi diversi, capace di superare le barriere linguistiche e geografiche.
Un’eredità culturale tra Ferrara e il Giappone
Sebbene gli effetti politici della Missione Tenshō siano stati limitati, il suo impatto culturale fu significativo. L’incontro con Ferrara è oggi ricordato come uno dei primi contatti tra il Giappone e l’Italia, aprendo la strada a una lunga storia di scambi tra le due culture. La città, con il suo spirito rinascimentale, rappresentò un esempio di come l’apertura e la curiosità possano arricchire entrambe le parti coinvolte.
Ebbene si, c’è stato un pizzico di Giappone anche a Ferrara!
#StayCappellacci
Crediti:
- Archivio Estense di Ferrara, Biblioteca Apostolica Vaticana.
- J.F. Moran, The Japanese and the Jesuits: Alessandro Valignano in Sixteenth-Century Japan.
- Archivio storico della città di Ferrara, sezione Rinascimento.
- T. Iannello , “L’Indiani gionsero qui sabato”. Riflessi ferraresi della prima missione giapponese alla Santa Sede (1585), in: Annali online- Lettere. Università degli Studi di Ferrara, VII (2012)
- T. Iannello, Una legazione giapponese alla corte di Alfonso II d’Este (22-25 giugno 1585): documenti e testimonianze. In: Il Giappone, studi e ricerche, LI.
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