Al momento in cui scrivo l’ultimo dpcm del governo ha disposto la chiusura di musei e mostre e la mostra dedicata a Ligabue a Palazzo dei Diamanti è ferma in attesa di tempi migliori. Voglio raccontarvela lo stesso per potervi anche solo trasmettere un pizzico di suggestione.
Antonio Ligabue a Palazzo dei Diamanti arriva carico di curiosità, un artista difficile da inquadrare e forse proprio in questa sua mancanza di etichetta sta la sua particolarità. È arrivato con le sue belve più feroci, con le fauci aperte pronte a balzare fuori dalla cornice, se si fissa attentamente sembra si muovano.
Non è bastato però per fermare il blocco della cultura.
Quindi, quando le disposizioni bloccano l’ingresso nei musei, ho deciso di pensarci io in questo caso, portandovi virtualmente dentro alla mostra sala per sala, alla scoperta del genio e della follia di Antonio Ligabue.
Iniziamo dalla prima sala
Il percorso espositivo di Ligabue Una vita d’artista: spoiler alert!
La mostra si apre presentando il nostro protagonista, con una lunga serie di autoritratti dipinti e scolpiti, impariamo a conoscere il volto di Ligabue, osserviamo il suo sguardo deciso e insicuro allo stesso tempo.
È un primo passo nella mente dell’artista.
Continuiamo alla scoperta della sua vita, i paesaggi svizzeri e quelli emiliani, un filo comunque quello della natura, una natura però decisamente stravolta nella mente di Ligabue.
In mezzo ai paesaggi classici delle rive del Po e della campagna reggiana, troviamo serpenti giganti, giaguari, tigri, pantere e leoni e nella sala inizia a sentirsi qualcosa.
Sono proprio suoni!
Arriviamo al cospetto della tigre dalle fauci spalancate e sentiamo un ruggito! In mostra i quadri si possono letteralmente ascoltare, l’arte e il suono permettono una simpatica immersività.
Cosa che vi confesso, la gente voleva. Quando lavoravo al Diamanti mi occupavo anche dei questionari di gradimento delle persone e in tanti volevano suoni o musica del periodo storico da ascoltare mentre osservavano i quadri, tante persone richiedevano più immersività e questo è un piccolo primo passo secondo me.
Sculture e quadri dialogano alla perfezione e più si avvicina alla fine della mostra, più la tensione inizia a percepirsi. Le scene di caccia mostrano una natura feroce e nell’ultima sala, i due quadri mi hanno letteralmente messo i brividi.
Da un lato un orso polare insanguinato con un ghigno sul volto, dall’altro una carrozza aggredita dai lupi e le fauci di un lupo che sta strappando un bebè dalle braccia della madre.
Con queste opere fortissime da brividi si chiude la mostra, lasciando un senso di tensione addosso ma anche una grande riflessione, su come poteva aver vissuto Ligabue, come vedeva la vita, lui che nell’arte cercava uno sfogo e una consolazione.
Beh, siamo arrivati alla fine del percorso della mostra dedicata a Ligabue a Palazzo dei Diamanti
Antonio Ligabue Una vita d’artista al momento è bloccata a causa delle ultime disposizioni che vedono mostre e musei chiuse ma spero, nel piccolo di questo post, di avervi fatto rivivere un pochino l’atmosfera della mostra nella speranza che riapra presto!