Ho sempre amato Biennale Donna per la sua capacità di fare rumore in modo delicato. So che può sembrare strano, ma tutti i temi trattati dalla Biennale insieme a UDI e Fondazione Ferrara Arte si muovono su un filo sottile, delicato, intrigante, fragile, resistente.
Che siano dipinti o fotografie o performance, Biennale Donna a Ferrara sa fare tantissimo rumore, ovviamente per chi sa ascoltare, ed è riuscita a farlo anche in questa edizione 2020 con Attraversare l’Immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e ‘80.
La mostra con la curatrice
Ammetto che è sempre spettacolare visitare la mostra insieme alla curatrice (o curatrici, curatori, insomma, a seconda dei casi). In questo caso, Angela Madesani ha saputo trascinarci dentro gli scatti selezionati con uno sguardo fresco, curioso e deciso a scrutare dentro alle immagini e vi dirò che, un po’ come nella magia del mondo di Harry Potter, alcune di quelle foto mi sembrava che stessero prendendo vita:
ho sentito i pianti delle donne di Beirut di Leena Saraste, ho sentito gli spari in Cambogia raccontati da Françoise Demulder, ho sentito il vociare delle proteste operaie e gli striscioni che si muovevano in alto, immortalati da Giovanna Borghese.
Attraversare l’Immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e ‘80
Non voglio dilungarmi troppo sul percorso espositivo, perché l’ho analizzato nell’articolo redatto per Fortemente In Magazine dove ho parlato della mostra e vi invito a darci un’occhiata.
Ci tengo solo a mostrare il grande apprezzamento verso lo studio dietro a questa rassegna, una grande analisi di quelli anni storici visti attraverso gli occhi delle fotografe, con uno sguardo davvero potente e personale che spinge a fare una riflessione sulle tematiche trattate ma anche sul ruolo della donna in quegli anni.
Parliamo di manicomio, di condizione operaia, di apartheid, di intolleranze e di ingiustizie, di povertà, di bambini, tanti bambini che hanno conosciuto solo il lato amaro della vita e assieme a tutte queste vicende capiamo il ruolo fondamentale delle donne in questo periodo.
Facciamo passi avanti sul vero e proprio ruolo che le donne hanno avuto nella società e come, anche grazie alla fotografia, sono riuscite a cambiarlo.
Le fotografe di Biennale Donna a Ferrara
Volti noti e meno noti, artiste italiane ed internazionali che trovano un confronto e un dialogo nelle sale della Palazzina Marfisa d’Este, sede scelta per questa edizione di Biennale Donna a Ferrara.
Paola Agosti, Diane Arbus, Letizia Battaglia, Giovanna Borgese, Lisetta Carmi, Carla Cerati, Françoise Demulder, Mari Mahr, Lori Sammartino, Chiara Samugheo, Leena Saraste, Francesca Woodman e Petra Wunderlich.
Ammetto che non conoscevo tutte le fotografe presenti, alcune le ho scoperte proprio grazie a questa rassegna. Ci sono i mostri sacri della fotografia, come Arbus e Woodman che rispettivamente aprono e chiudono la mostra che sanno sempre affascinare e discutere ma vi consiglio davvero di non soffermarvi solo su di loro.
Osservate i lavori di tutte le fotografe, entrate nei loro sguardi.
Alcune info utili
La mostra Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 sarà visitabile fino al 22 novembre 2020.
La location è davvero azzeccata, la Palazzina Marfisa d’Este, un luogo perfetto dove sembra quasi di cogliere la stessa Marfisa ad invitare le fotografe a palazzo per discutere di questo ricco periodo storico.
- La mostra, come del resto la palazzina, sono aperti dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
- Il lunedì come molti musei a Ferrara, è chiusa.
Biglietti: intero € 4,00, ridotto € 2,00 (giovani dai 18 ai 30 anni titolari della Carta Giovani, over 65 anni, studenti universitari, gruppi di almeno 15 persone, categorie convenzionate).
Comunque, che dire, a me è piaciuto tantissimo interfacciarmi con argomenti anche molto duri e complessi guidata dall’occhio sensibile e tenace di queste grandi fotografe, ve la consiglio!
#StayCappellacci
Grazie per aver letto il mio articolo. Mi chiamo Sara, sono una content creator di professione e travel blogger per passione.
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