Con grande curiosità ho accettato l’invito di Gloria per vistare una delle acetaie più antiche di Modena, sto parlando dell’Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli, un’acetaia che vanta cinque generazioni di storia e di ricette famigliari!
Provincia di Modena, San Vito di Spilamberto, una zona rurale dove l’aceto balsamico è il vero oro nero di questa località. Per arrivarci da Ferrara attraversiamo una parte di provincia ferrarese, passiamo per Cento, il paese del carnevale, per poi raggiungere il confine con la provincia bolognese e la zona dei cocomeri, fino a Modena e passare per un tratto di motor valley (in inglese che fa più figo) per arrivare qui, in un paese piccolo e campagnolo presso l’Aceto Balsamico del Duca.
Spilamberto inoltre non è un paese a caso, qui si trova il Museo dell’Aceto Balsamico, il luogo perfetto per tutti i curiosi del genere!
L’Aceto Balsamico del Duca: visita all’acetaia
Appena si entra nell’acetaia il forte aroma dell’aceto ci accoglie, il profumo è deciso ed inebriante, qui vengono prodotte due tipologie di aceto balsamico: l’aceto balsamico DOP e l’aceto balsamico IGP. Una persona poco attenta potrà vederci solo una differenza di dicitura, ma in realtà stiamo parlando di due prodotti diversi in lavorazione, anni di invecchiamento, ingredienti e tanto ancora:
- Per l’aceto balsamico di Modena IGP abbiamo due ingredienti l’aceto di vino e il mosto d’uva. Abbiamo diversi periodi di invecchiamento che si riassumono in due categorie, i prodotti classici con un invecchiamento di minimo due mesi e massimo 3 anni, e i prodotti invecchiati a più di tre anni.
- Per l’aceto balsamico tradizionale di Modena DOP abbiamo il mosto d’uva cotto come unico ingrediente. Per questa tipologia abbiamo due prodotti, quelli invecchiati minimo 12 anni e quelli invecchiati minimo 25 anni.
Dite la verità, non avreste mai detto che serviva così tanto tempo vero?
Anche le bottiglie giocano un ruolo importante nella distinzione, il DOP ha una bottiglietta particolare disegnata da Giugiaro è di proprietà del consorzio, una specifica bottiglia da 100ml, l’unico aceto balsamico tradizionale di Modena DOP è presente in questa bottiglia, così potete capire facilmente la differenza.
La famiglia Grosoli
Non voglio dilungarmi troppo sulla storia della famiglia Grosoli anche perché sul sito dell’acetaia è raccontata davvero molto bene,.
Ciò che voglio sottolineare con voi è come questa famiglia abbia fatto parte della storia di Modena e abbia tramandato la tradizione dei prodotti modenesi, quando vi dico che questa è una delle acetaie più antiche di Modena non sto enfatizzando, l’Aceto Balsamico del Duca ha fatto la storia e lo testimonia l’iscrizione nel 1891 nel registro della Camera di Commercio e Industria di Modena.
Perché l’aceto balsamico del Duca?
La famiglia Grosoli si aprì presto al mercato estero ma il cognome non era di facile pronuncia, serviva qualcosa di più facile da pronunciare e ricordare nei mercati stranieri, da lì la scelta di chiamarlo aceto balsamico del Duca e prendere come
Qui entra in gioco il legame con Ferrara, infatti il duca in questione era niente meno che Francesco I d’Este, colui che spostò il ducato estense a Modena oltre che essere stato un grande estimatore di aceto balsamico.
Il logo raffigura Francesco I d’Este, non un’immagine a caso, bensì il famoso ritratto fatto al duca da Velázquez, dipinto ora conservato alla Galleria Estense di Modena.
Francesco I fu molto importante proprio per il mondo dell’aceto balsamico. Fu colui che diede il via alla costruzione del Palazzo Ducale e qui fece costruire una stanza apposita dove erano conservati i suoi barili per la produzione dell’aceto balsamico, prodotto che portava in dono alle famiglie reali europee durante i suoi viaggi di rappresentanza.
Gli Estensi sono sempre stati bravi a far conoscere il cibo tipico delle città al di fuori delle stesse, era così per la Salama da Sugo e non scherzarono nemmeno con l’aceto balsamico!
La conclusione della visita
Questo viaggio alla scoperta dell’oro nero di Modena si conclude in bellezza con una degustazione dei prodotti di spicco dell’azienda.
Vi posso assicurare che se l’unico aceto balsamico che avete assaggiato è quello del supermercato, allora non avete mai assaggiato aceto balsamico.
Non voglio farvi spoiler ma solo suggerirvi di dare un’occhiata allo shop della famiglia Grosoli per conoscere i loro prodotti e provarli. Oltre allo shop, potete trovare i prodotti sia allo spaccio aziendale se siete nei dintorni di Modena, che a Fico Eataly World!
Tutti possono visitare l’acetaia previa prenotazione, il costo della visita di 6€ a persona e comprende sempre la degustazione.
Al sito potete chiedere informazioni per prenotare la vostra visita con degustazione o potete approfittare dell’evento di Acetaie Aperte che cade l’ultima domenica di settembre e che vi farà tuffare nell’aromatico mondo dell’aceto balsamico.
È stato un vero viaggio in una eccellenza italiana poco conosciuta e che merita di essere valorizzata a dovere, non posso che ringraziare la famiglia Grosoli e Gloria per avermi invitata a scoprire questo mondo!
Post realizzato in collaborazione con Aceto Balsamico del Duca
6 pensieri su “Cinque generazioni di oro nero: alla scoperta dell’Aceto Balsamico del Duca”