Il Museo per la Memoria di Ustica è uno di quei musei che ti prendono e ti fanno a pezzi il cuore appena entri. Ore 20.59 del 27 giugno 1980, l’aeromobile Douglas DC-9 della compagnia Itavia perde il contatto radio. Non si sa nulla dell’aereo, la torre dell’aeroporto di Roma-Ciampino non riesce più a contattarlo. I suoi resti vennero poi trovati nel mar Tirreno, nessun sopravvissuto, 81 vittime da passeggeri ed equipaggio.
Resta ancora il più grande disastro aereo sul suolo italiano.
Con questo post non voglio parlare di politica e di colpe, perché ritengo che una tragedia debba avere il suo giusto peso, quello che va al di là del puntare il dito per cercare un momento di raccoglimento, per riflettere sul peso delle vite perse. Questo è ciò che ha fatto Christian Boltanski, un grandissimo artista che stimo tantissimo per la potenza delle sue installazioni.
Ciò che ha fatto della strage di Ustica è stato prenderne la parte materiale ed elevarla ad arte, non arte per essere osservata ma quel tipo di arte che rimane indelebile nel cuore delle persone e ti genera un nodo alla gola.
L’Installazione permanente di Boltanski, nucleo del Museo per la Memoria di Ustica poco fuori il centro storico di Bologna Via di Saliceto, 3/22 vuole essere un ricordo, una riflessione, una denuncia, una lacrima per ricordare e riflettere su questa orribile strage.
Cosa vediamo al Museo per la Memoria di Ustica?
Troviamo la carcassa di quell’aeromobile, distrutto e fatto a brandelli, disteso in mezzo alla grande sala hangar del museo, un relitto, una vittima lui stesso. Sopra all’aereo un cielo di lampadine, 81, si accendono e spengono al ritmo di un battito di cuore.
Appena varchi la porta fai fatica a respirare, ti guardi in giro, lo sguardo è smarrito perché in un museo non sei abituato a vedere tutto questo. Poi hai bisogno di appoggiarti e così raggiungi la balaustra che delimita tutto l’aereo e stai lì, a reggerti senza una particolare ragione ma ne senti il bisogno.
Ad un certo punto ti accorgi che la sala non è silenziosa, le pareti parlano. Tutto intorno al perimetro delle pareti ci sono dei grandi schermi neri, 81 specchi neri, dove ti puoi riflettere ma non vedi assolutamente nulla dentro se non il tuo riflesso. Da quegli specchi escono delle voci, frasi comuni di discorsi comuni, sussurrate in un respiro a simboleggiare la quotidianità dei discorsi che sicuramente stavano facendo i passeggeri del volo prima del loro tragico destino.
Si vive una riflessione e a scrivere tutto questo ho ancora i brividi che salgono dalle mani a tutte le braccia fino alla schiena.
Attorno all’aereo ci sono delle grandi casse nere, lì sono conservati gli oggetti dei passeggeri, fotografati, catalogati e conservati in quelle casse come reliquie, non possiamo vederli ma sono lì, come sepolti.
Fa riflettere vero?
Ovviamente il museo non è solo questo, in una saletta separata un documentario spiega nel dettaglio la strage di Ustica mentre libri e pubblicazioni di vario tipo sono disponibili per i vistatori.
Ah, scordavo di dirvi che l’ingresso è gratuito.
Vi consiglio di vedere il Museo per la Memoria di Ustica, è un pugno allo stomaco, è una fitta al cuore e se queste sensazioni vi possono sembrare negative sulle prime, sappiate che una volta usciti dal museo, avrete capito quanto è importante la vita anche nella sua quotidianità più banale.
Giusto per dare una piccola informazione pratica:
Il museo è aperto giovedì e venerdì h 9.00 – 13.00, sabato e domenica h 10.00 – 18.30. Mentre è chiuso lunedì, martedì e mercoledì. Ci sono due parcheggi non tanto grandi ma n posto lo si trova sempre proprio accanto. Tutta la zona presenta parcheggi a pagamento ma solitamente la domenica sono gratuiti. Se invece venite dalla stazione, ci vorranno circa una quindicina di minuti a piedi.
9 pensieri su “Ecco perché visitare il Museo per la Memoria di Ustica”
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Grazie sempre post splendidi. Emozioni sempre
Grazie mille!
Bologna offre tantissimo sotto il punto di vista museale e il Museo di Ustica sarà sicuramente una delle mie prossime mete bolognesi.
Merita, prende dirtti al cuore!
Come sempre i tuoi post sono molto interessanti e profondi. Mi piace molto approfondire vicende (anche dolorose) che appartengono al passato e che magari, come in questo caso, non ho capito pienamente perché ero troppo piccola. Se avrò l’occasione di tornare a Bologna penso proprio che visiterò questo museo. Grazie
Merita assolutamente una visita! Grazie mille